Primavera che a me non piaci, io voglio
dire di te che di una strada l’angolo
svoltando, il tuo presagio mi feriva
come una lama. L’ombra ancora sottile
di nudi rami sulla terra ancora
nuda mi turba, quasi anch’io potessi
dovessi
rinascere. La tomba
sembra insicura al tuo appressarsi, antica
primavera, che più d’ogni stagione
crudelmente risusciti ed uccidi.
“Primavera”, Parole (1933-1934), Umberto Saba.
Non siamo fuori tempo per la primavera?
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Non se il pensiero contrastante mira alla bellezza invernale, visto il solstizio d’inverno odierno.
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